La differenza sessuale sarebbe l’orizzonte di mondi di una fecondità ancora non avvenuta. La mistificazione eterosessuale da una parte e l’omosessualità vissuta in forma catacombale, per troppo tempo dall’altra, hanno lasciato orfani realtà e modelli di vita diversi. Il mondo moderno, con le sue teorie e gli stereotipi omosocietari, non fa che marcare questa differenza, usandola o regredendola a suo compiacimento.
Si fa così tanto parlare di omosessualità che il nostro Bel Paese sembra davvero l’eldorado delle libertà civili, al riparo da qualsiasi forma di discriminazione. In verità è solo un fenomeno mediatico, marginale, dovuto ai vari talk show, mini-serie Tv, e alle paillettes di Platinette. Il noto massmediologo Klaus Davi nell’applauso corale a “Mio figlio”, diceva in sostanza che la miniserie Rai «era stata più efficace di tanti Gay Pride e delle lotte del movimento omosessuale». Strano che poi l’erudito Lando Buzzanca, proprio su “BABILONIA”, finisca per chiamare la “giornata dell’orgoglio”: ghei praide e assolva con sibillina marcatura politica (entrambi di An), lo sproloquio di Tremaglia su carta intestata del Ministero guidato dal nostalgico e anziano Mirko.
Vi è poi un altro esempio tangibile, per il tema che andiamo ad affrontare sulle varie anime dei movimenti Glbt italiani e la necessità di esserci.
Il 6 maggio 2002 nasce a Milano Gay.Tv, la prima emittente televisiva satellitare europea, dichiaratamente gay, voluta dal gruppo olandese Corill, finanziata per il primo triennio con un budget di 38 milioni di dollari. Ci sentivamo, in quel momento, autorizzati a esprimere tutta la nostra voglia di libertà, e la speranza di una svolta epocale per le battaglie che i vari movimenti omosessuali conducevano con solerzia e spirito militante. Concluso il triennio, la Tv di viale Monza si è trovata in una crisi finanziaria legata alla difficoltà sulla raccolta pubblicitaria. Quel logo così forte non dava la possibilità di avere un pacchetto clienti, nonostante l’alta professionalità di ogni persona implicata a far funzionare l’emittente e il riconoscimento, in termini di qualità, dei contenuti. Ecco allora il fuggi fuggi generale! L’ottimo Fabio Canino va a dirigere il popolo “fuori di testa” dei “Marziani” su Italia 1, ottenendo elogi da critica e altissimi share di ascolto, nonostante l’infelice orario. Il bravo Mattia Boschetti, anchorman di punta a Gay.Tv, voce per tutto il movimento omosessuale tricolore, finisce nel bailamme de “I fantastici 5”, trasmessa da La 7; mentre Katamashi viene arruolata su Rai Tre da Fabio Fazio.