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   19 maggio 2024 16:36 NUMERO 281    2009   

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Antonio Moltoni
Intervista: Scissor Sisters



Come è stato lavorare ad un secondo album dopo l’inaspettato grande successo del primo? Avete sentito molto il peso delle aspettative di fan e critica?
Il primo album non era concepito come tale e lo abbiamo messo insieme senza neanche rendercene conto, mentre con il secondo avevamo l’ansia di dover lavorare ad un progetto uniforme e compatto, ad una struttura d’insieme, cioè ad un album nel vero senso della parola. Per noi questo è molto importante e le canzoni non hanno solo senso singolarmente, ma anche nell’insieme, questo è uno dei motivi per cui credo che gli ipod rechino un pò di danno alla musica e a chi l’ascolta... io per prima da quando ho l’ipod non ho più ascoltato un album per intero, solo canzoni sparse qua e là... Una forte fonte di stress nella stesura del disco sono state poi le aspettative di fan e critica, tutti sanno che il secondo album viene percepito come banco di prova.

Pensate di aver scritto le canzoni per accontentare il pubblico?
Beh in qualche modo sì, credo sia inevitabile. Non voglio dire che non siamo stati noi stessi e che abbiamo recitato una parte per far piacere agli altri, ma c’è una sorta di metodicità che si instaura quando si fa parte di una band. Non si è trattato di cercare di riprodurre un nuovo primo album, ma di trovare una direzione comune in cui volevamo andare tutti per riscoprire il piacere di lavorare insieme.

Questo disco sembra essere un po’ meno electro del primo, come mai questo cambiamento di rotta?
Nell’ultimo periodo non abbiamo ascoltato nulla di interessante provenire dalla scena electro, e abbiamo invece rispolverato le origini della musica dance passando per il Motown, il Reggae Times, la musica da ballo inglese... guardare al passato ti aiuta a capire che quello che oggi sembra molto rilassato, negli anni venti era considerato dance ed estremamente travolgente.

Pur provenendo tutti da NY, la vostra band è molto più legata all’Inghilterra ed all’Europa; avete cominciato aprendo i concerti di Elton John, che ha collaborato con voi anche a questo album e il vostro successo è tutto inglese, perché?
Beh ci sono varie ragioni sia geografiche che politiche. L’Inghilterra è molto piccola e se una cosa fa scalpore si sparge ovunque molto rapidamente, ma forse la ragione fondamentale è che nonostante gli Stati Uniti si vantino di essere la nazione della libertà, siamo un paese estremamente conservatore, dove non esiste spazio per le culture di nicchia e le diversità, se non sei nel target medio di quello che la radio americana vuole (e noi non lo siamo) sei tagliato fuori... inoltre credo ci sia una certa omofobia nelle stazioni radio che non ci ha certo aiutato.

C’è sempre un forte contrasto tra i testi delle vostre canzoni ed il loro sound in una sorta di costante contrapposizione tra drammatico ed allegro. Qual è il motivo di questa scelta?
Noi amiamo molto la Disney e l’idea che una cosa che in apparenza sembra molto allegra nasconda in realtà un sostrato di malinconia. In ogni film della Disney la madre muore!!! Vogliamo far capire che c’è una profondità dietro la canzone e poi il contrasto tra il dramma ed il frivolo è una sorta di convenzione della musica disco.

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