In tempi di elezioni ogni cosa fa brodo. E qualche volta brodaglia indigesta. Sabato a Roma oltre 50 mila persone, coppie di fatto e singoli cittadini si sono radunati a Piazza Farnese per sostenere la legge sul Pacs.
La manifestazione, civile e gioiosa, come tutte le manifestazioni organizzate dai nostri movimenti hanno avuto uno strascico polemico.
Prima il candidato premier del centrosinistra, Romano Prodi, a telefonare a Grillini, per dire che quella piazza era "inopportuna", tornando così a mietere dubbi e perplessità tra coloro che pensavano che il professore sul Pacs avesse le idee chiare e definitive: si fa, senza se e senza ma, alla probabile vittoria elettorale. Poco male visto che la maggioranza della coalizione prodiana è assolutamente favorevole a dare cittadinanza italiana al Pacs anche se spiace che il professore bolognese abbia perso occasione per farsi sentire più vicino a chi chiede diritti sacrosanti.
Ma una cosa è la polemica, altro è l'insulto e la volgarità. Così, il noto ministro della Repubblica Roberto Calderoli, si è lasciato andare a una dichiarazione che, sinceramente, poteva evitare e sui manifestanti butta i suoi sproloqui: "banda di culattoni".
Che la Lega ci insulti non è cosa di oggi, è grave che un ministro, seppur leghista, si lasci andare a una verve da camionista della peggiore risma. Si controlli, onorevole e pensi alla sua carica istituzionale prima di emulare suoi colleghi di partito. Ci lasci il piacere di amare questa nostra terra così mal rappresentata da chi usa toni che offendono per primo l'intelligenza di chi le proferisce. Questa banda di culattoni, signor Calderoli, ministro della Repubblica, si sta battendo per dare diritti a questo Paese. E se cinquanta mila le sembran pochi....